Gutta cavat lapidem, ossia “la goccia perfora la pietra”.

E’ un motto, un brocardo col quale si vuol dire che con l’impegno costante ed i grandi sacrifici si possono raggiungere grandi traguardi. Prima inimmaginabili.

In effetti, i più significativi eventi che hanno modificato (talora stravolto) il corso della storia partono proprio dalle idee di sparuti gruppi di individui che decidono di post porre al verbo l’azione. E lo fanno spendendosi per gli altri.

Proprio quest’ultima perifrasi merita, a mio giudizio, un attimo di riflessione. La stessa deve indurre ciascuno di noi a chiederci che cosa spinga un Avvocato a spendersi per i Colleghi, ad impiegare il proprio tempo per conto di un gruppo.

Non è semplice rispondere a questa domanda. Non lo è non solo per il noto “peccato originale” che ha bollato l’Avvocato sin dalla sua genesi (mi riferisco all’individualismo), ma anche e soprattutto perché il periodo storico che stiamo vivendo (aggravato dalla pandemia) deve portare ciascuno di noi ad una riflessione più articolata relativamente al nuovo ruolo dell’Avvocato nella società del terzo millennio.

Ritengo, dunque, che sia necessario spendersi per gli altri ricordando prima di tutto che “gli altri siamo noi” e considerando, altresì, che la solidarietà e l’impegno tra Colleghi devono portare alla riscoperta di un gruppo veramente unito e coeso.

Pensando, infatti, ad altre categorie di lavoratori, balza subito all’occhio la differenza siderale tra certo corporativismo autoreferenziale e protettivo (qualcuno parla di “casta”) e l’individualismo fratricida tra molti di noi.

Homo homini lupus.

Così non è. Così non deve più essere.

Bisogna iniziare a pensare in modo diverso la nostra professione scindendo l’aspetto venale vero e proprio da quello che riguarda la tutela del professionista in quanto tale.

Solo iniziando a scorporare i due ambiti si apriranno ai nostri orizzonti nuove frontiere.

Quelle che porteranno ad una riscoperta dell’alto valore della professione e ad un maggior rispetto all’interno della società civile.

Solo iniziando a riconoscere l’importanza dell’attività del nostro Collega, potremmo giungere un giorno ad essere rappresentati veramente come unica voce nei luoghi dove quella voce avrà finalmente un peso.

E’ con questo pensiero che ho deciso di entrare a far parte, come Socio Fondatore, dell’ASSOCIAZIONE ORGOGLIO DI TOGA.

L’obiettivo è pensare ad un nuovo corso della professione.

Lo faccio pensando soprattutto ai Colleghi più giovani cercando di spendermi da subito per attivare nuovi strumenti di tutela e supporto per favorire loro un inserimento più facile e ragionato.

L’obiettivo è arduo. Ma lo abbiamo detto: la goccia perfora la pietra.

La mia, lo so, non è una goccia, ma un atomo.

E’ quella particella di un macro sistema che negli anni si è spesa come Coordinatore della Sezione Giovani dell’Associazione “Agire e Informare”, come componente di alcuni progetti consiliari del COA di Roma (“Progetto Giovani” e “Monitoraggio Normativo”), oppure, a livello nazionale, come componente del Gruppo di Lavoro sulla “fiscalità giovanile” istituito presso il Consiglio Nazionale Forense.

La strada da compiere è lunga e irta d’ostacoli. Io ho deciso di esserci, di lavorare in prima linea. Lo faccio per me, per te, per voi, per noi. Perché tutti insieme dobbiamo cooperare per una nuova avvocatura. Uniti. Con Orgoglio.