Un giorno di ordinaria mancanza di rispetto

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Questa mattina mi reco nella cancelleria di un Pm della Procura di Roma.

Devo verificare l’esatta ricezione di un atto depositato col portale, opposizione a richiesta di archiviazione, su una cosa banale.

Vado alle ore 9.30 perché alle 10 ho udienza.

Sulla porta dell’ufficio una serie infinita di diktat agli avvocati – cosa non possono fare, cosa non devono fare, cosa devono fare. 

In più un avvertimento “Bussare prima di entrare e non entrare se non si riceve risposta”.

Bene.

Si fa per dire.

Busso. Nessuna risposta. 

Resto in attesa, sono una personcina educata. 

Passano 5 minuti e busso nuovamente. Nessuna risposta.

Mi metto a ripassare per l’udienza delle 10.00. 

Al terzo tentativo busso ed entro senza attendere risposta, non ho più tempo di aspettare.

Dentro ci sono due funzionari che avevano quindi volutamente non risposto al mio educato bussare.

Non polemizzo.

Faccio presente cosa mi serve dall’ufficio.

Mi dicono che il cancelliere non c’è e non possono essermi d’aiuto.

Insisto e spiego il problema.

Ribadiscono che non sono cancellieri e non possono consultare il computer. 

Mi dicono di ripassare lun. 

Ribadisco a mia volta  che per me sarebbe tardi, i termini mi scadono e vorrei essere sicuro.

Niente da fare. Posso solo ripassare lun. 

Mi congedano aggiungendo che, naturalmente ( naturalmente?) lunedì dovrebbe esserci qualcuno della cancelleria ma non è sicuro. 

Tu chiamala se vuoi, giustizia.

Pubblicato da:

Fabrizio Perfumo

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